Ma cos’è il dodecaedro, oggetto studiato dai filosofi fin dall’antichità?
Si tratta di un piccolo manufatto cavo delle dimensioni che variano dai 4 agli 11 centimetri, realizzato in bronzo o in pietra (è stato reso noto del ritrovamento anche di alcuni in oro), formato da dodici facce piatte pentagonali i cui vertici s’incontrano a gruppi di tre e sulle quali è presente un foro circolare con diametri diversi.
Questo preziosissimo strumento serviva agli agrimensori romani (a quel tempo persone stimate e facoltose) per individuare esattamente alle varie latitudini e prima dell'entrata in vigore del calendario Giuliano, il giorno esatto dell'equinozio primaverile ed autunnale e quindi tracciarne perfettamente la sua retta equinoziale, punto di partenza per impostare con l'uso della sopracitata meridiana orizzontale, l'orientamento e la divisione delle terre conquistate dai romani poi divenute colonie del loro Impero.
L’oggetto è così definito da Francesco Maurolico (1494-1575):
“[...] E li platonici assomigliano quattro solidi regolari a questi quattro elementi [Aria, Acqua, Terra, Fuoco.], et il quinto al Cielo [...]. Il Dodecaedro al Cielo perché come il Cielo è più ampio di tutti gli elementi, et abbraccia ogni cosa, così il Dodecaedro è il più grande de cinque solidi chiusi intra una sfera, et può circoscrivere ogn’uno del altri [...]”.
Fu proprio Platone (428-348 a.C.) a scoprire i solidi simmetrici e per questo motivo il gruppo prende il suo nome.
Esso comprende: l’Ottaedro, l'Icosaedro, l'Esaedro, il Tetraedro, ed il Dodecaedro, che ne fece la base per la sua cosmogonia.
“[...] E prima di tutto, che Aria, Acqua, Terra, Fuoco siano corpi, è chiaro ad ognuno. Ma ogni specie di corpo ha anche profondità. Restava una quinta combinazione e Dio se ne giovò per decorare l’Universo”, scrive Platone nel Timeo (XX, 55) associando la quinta combinazione – il Dodecaedro – all’intero Creato o a una sorta di etere che dovrebbe pervaderlo tutto.
A parlare di dodecaedro è anche Keplero nel suo Mysterium Cosmographicum (1597) quando immagina un sistema solare come un complesso nidificato di solidi platonici, in cui i raggi delle sfere concentriche associate determinano le orbite dei sei pianeti allora conosciuti:
“[...] La Terra è la sfera che misura tutte le altre. Circoscrivi ad essa un Dodecaedro: la sfera che lo comprende sarà Marte. Circoscrivi a Marte un Tetraedro: la sfera che lo comprende sarà Giove. Circoscrivi a Giove un cubo: la sfera che lo comprende sarà Saturno [...]”.
Esemplari di dodecaedri romani sono stati rinvenuti principalmente in Germania (ma non solo) e uno di loro fa bella mostra di sé all’interno del castello di Saalburg, località dell’Assia poco distante da Bad Homburg. (Fig. 1)
Un altro molto importante fu ritrovato nel centro storico dell'antica Atuatuca Tongeren (Fig. 2).
A poca distanza dalla bella Basilica di Notre-Dame c'è l'interessante museo gallo-romano, edificato proprio su quello che fu il sito di una lussuosa villa romana, dove all'interno, in una vetrina, è conservato il piccolo oggetto in bronzo.
Dodecaedri con le stesse caratteristiche ma realizzati in oro sono stati trovati nei paesi del sud-est asiatico.
Finora sono stati trovati circa una novantina di esemplari in quella parte d'Europa, che apparteneva alla parte nord-occidentale dell'Impero Romano (Fig. 3).
Le circostanze durante il quale gli oggetti furono trovati non erano chiare. I ritrovamenti sono stati effettuati dopo il I secolo d.C. e si concentrano sui campi romani o indigeni romani.
I siti sono molto diversi. I dodecaedri romani si trovarono negli accampamenti militari
(13), nelle tombe (3), nei pressi di un santuario (1), nei tesori (2) e come ritrovamento fluviale (3).
La presenza del dodecaedro romano nel tesoro pieno di monete (Membrey, Saint Parize-le-Châtel), rinvenuto nella tomba di una donna facoltosa e nei
pressi di una villa rustica (Greiner dice che 4 dodecaedri furono forse trovati in una villa rustica ) dimostrano che il dodecaedro era un possesso di una persona facoltosa
Nel corso degli anni sono state formulate diverse teorie, che tentavano di chiarire a cosa servisse il dodecaedro romano e quale significato avessero nella società di quel tempo.
In due recenti pubblicazioni (R. Nouwen 1993 e BH Greiner 1995), è stato fornito un quadro completo di tutti i dati noti riguardanti i dodecaedri romani e in cui vengono respinte anche tutte le teorie esistenti, basate su analisi parzialmente scientifiche.
Nelle ere più antiche, l’attenzione dell’uomo fu dapprima catturata dagli effetti dello scorrere del tempo: la vita e la morte, la primavera e l’inverno, la semina e il raccolto. La riflessione si concentrò poi sul fatto che alcuni eventi fossero già trascorsi (passato), altri stessero accadendo nel (presente), e altri dovessero ancora verificarsi (futuro).
Furono gli astronomi (che, all’epoca, ricoprivano spesso anche la carica di sacerdoti) ad abbozzare i primi tentativi di misura, basandosi principalmente sull’osservazione del cielo, del moto apparente delle stelle e dell’avvicendarsi delle stagioni.
Successivamente, quando anche gli eventi umani divennero punti di riferimento per la misurazione del tempo, iniziarono ad occuparsi di questo studio anche annalisti e cronisti. Pensiamo, ad esempio, al computo degli anni per Olimpiadi, introdotto in Grecia, nel periodo ellenistico, da Timeo di Tauromenio (350 a.C. - 260 a.C.). Tale sistema datava gli avvenimenti prendendo come riferimento cronologico gli anni in cui si svolgevano le Olimpiadi. Nella realtà quotidiana, i Greci si accontentavano, infatti, di intercalazioni approssimative e per giunta ogni πόλις (polis) adottava un proprio calendario.
Per i Romani, il primo calendario è probabilmente databile all’VIII secolo a.C., all’epoca della fondazione dell’urbs, e contava 10 mesi di 30 o 31 giorni, con l’aggiunta di un intervallo intercalare, forse di origine etrusca, per concordare il computo con il ciclo delle stagioni, e quindi con il Sole.
Il successivo calendario di Numa Pompilio, adottato fino al periodo repubblicano, si basava invece, su 12 mesi: 7 di 29 giorni, 4 di 31 e 1 di 28. Il calendario era sincronizzato con il Sole attraverso intercalazioni.
Un altro metodo adottato dopo la fine dell’epoca repubblicana e conosciuto con la formula ab Urbe condita, consisteva, invece, nel contare gli anni partendo dalla fondazione di Roma (secondo la tradizione, nel 753 a.C.).
Come è noto il calendario giuliano è un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall' astronomo egizio Sosigene di Alessandria vissuto nel I secolo a.C. e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo nell'anno 46 a.C.
Per compensare gli errori accumulati in passato e riportare l'equinozio primaverile al 25 marzo, era però necessario introdurre 85 giorni. Allo scopo furono aggiunti due mesi fra novembre e dicembre all'anno precedente, uno di 33 giorni e l'altro di 34; motivo per cui il 46 a.C., durato 445 giorni, fu soprannominato annus confusionis ("l'anno della confusione").
Questa confusione ebbe varie ripercussioni nei successivi 50 anni fino a circa l'8 a.C. Dopo la morte di Giulio Cesare (44 a.C.) si commisero vari errori facendo diventare bisestili alcuni anni che non lo dovevano essere e saltando quelli corretti. Fu poi Augusto nell' 8 a.C. a sistemare l'errore ordinando che per un certo numero di anni non ci fossero più anni bisestili.
Il calendario giuliano fu in vigore anche dopo la caduta dell'impero romano di Occidente, rimanendo in uso fino al XVI secolo, quando fu sostituito dal calendario gregoriano tramite la bolla Inter Gravissima di Papa Gregorio XIII.
Da quanto sopra documentato è facile capire che nel periodo in cui il dodecaedro romano venne usato dagli agrimensori romani ovvero dal periodo che va dal 232 a.C. con l'approvazione della Legge Lex Flaminia voluta dal console Gaio Flaminio Nepote e fino al I secolo d.C. con l'entrata in vigore del calendario giuliano, non c'era una corrispondenza tra i vari calendari che si succedettero e di conseguenza, per stabilire il giorno esatto degli equinozi, primaverili ed autunnali, non si poteva far riferimento ad una data precisa dettata da un calendario.
Ad aiutarmi ad arrivare a scoprire il segreto celato dietro il dodecaedro romano e spiegare a cosa serviva, è stato l'aver letto molto attentamente uno dei più importanti studi riguardanti i dodecaedri romani, effettuato nel 2017 dal ricercatore olandese dr. G.M.C. Waemans e pubblicato nel suo Blog.
Complimentandomi con il dr. G.M.C. Waemans, mi permetto riportare di seguito alcuni dei più significativi passaggi del suo studio in cui documenta anche dal lato sperimentale l'uso del dodecaedro romano.
"Una nuova ipotesi
Questo articolo presenta una nuova teoria per l'uso del dodecaedro, insieme al supporto sperimentale. Riassumendo brevemente, la mia nuova teoria può essere descritta come segue: il dodecaedro era uno strumento di misurazione astronomica con il quale si può misurare l'angolo della luce solare e quindi una data specifica in primavera e una data in autunno può essere determinata con precisione. [...]
Il funzionamento del dodecaedro come strumento di misurazione si basa sull'angolo del sole nel punto più alto della
giornata. In un anno solare, la terra viaggia completamente intorno al sole (365 ¼
giorno). L'angolo della terra opposto al sole cambia durante l'anno in un ritmo
sinusale. Il sole raggiunge la posizione più alta intorno al 21 giugno, quando il sole raggiunge il tropico
del Cancro (grado di latitudine N 23°,27') e il punto più basso sarà raggiunto intorno al 22 dicembre, quando il sole raggiunge il tropico del Capricorno. (grado di latitudine Z 23°.27').
Il punto equinoziale primaverile e il punto equinoziale autunnale sono rispettivamente il 21 marzo e il 23 settembre, quando il sole
ha raggiunto il livello dell'equatore. L'angolo che la luce del sole fa con la terra è soggetto al grado di
latitudine in cui ci si trova.
Prendiamo ad esempio la città di Maastricht, situata a N 50°.52'. Al 12 marzo e al 23 settembre, l'angolo più grande che la luce del sole forma con la terra a Maastricht è di 90° - 50°,52' =
39°,08'. Il 21 giugno è 90° - (50°,52'-23°,27') = 62°,35' e il 22 dicembre è 90° - (50°,52'+23°,27' ) =
16°,41'.
Quando si è in grado di determinare l'angolo che la luce del sole forma con la terra, si sta effettivamente misurando la data in modo
abbastanza accurato. Secondo le mie ipotesi, l'uso del dodecaedro si basa su questa
conoscenza.
La lavorazione è la seguente: il dodecaedro è stato posto su un piatto orizzontale in una giornata di sole autunnale. Allora, verso mezzogiorno, quando il sole raggiunge il suo punto più alto di quel giorno, si misurerebbe la luce che cade attraverso due aperture opposte (vedi figura 1). Successivamente, sarebbero stati esaminati venti punti di misurazione per i fasci di luce che attraversano il foro. Tutto questo sarebbe stato fatto secondo un sistema specifico.
Figura 1
L'ultimo punto di misurazione si ottiene il giorno in cui i raggi del sole passano attraverso tutti i punti di misurazione. In primavera si possono fare le stesse misurazioni (al termine del periodo di misurazione, non ci sarà alcun punto di misurazione attraverso il quale cadrà la luce perché il sole sarà più alto nel cielo), ma l'ipotesi presuppone che i dodecaedri fossero usato solo in primavera ed in autunno.
Calcoli
Per poter calcolare con precisione la data, bisogna calcolare gli angoli dei fasci di luce solare che possono essere misurati con il
dodecaedro. Quando si misurano i due fori opposti, è determinato dal diametro del dodecaedro e dal diametro
medio dei due fori opposti l'uno all'altro.
L'angolo rettilineo attraverso i due fori opposti è lo stesso per tutti i dodecaedri, cioè 26,6°. Di conseguenza l'angolo può essere calcolato con la formula:
Angolo di luce solare = 26,6° + Tg -1 |
A + B (mm) |
A, B = raggio delle due aperture, opposte tra loro.
D = diametro del dodecaedro.
Con ciò si segna quanto segue: il calcolo presuppone che si tratti di un perfetto corpo di misura al quale sono fissate le palline in
modo tale che il dodecaedro stia orizzontalmente. In pratica, probabilmente non sarà così, anche se i fabbri
e i fonditori di bronzo avevano a disposizione le qualità adeguate. Per ogni dodecaedro si possono ottenere
sei diversi punti di misura (le dodici aree danno sei diverse combinazioni di due fori contrapposti). Con i sei angoli ottenuti si possono determinare le date
corrispondenti.
Questo può essere fatto utilizzando le formule dell'astronomia, ma anche utilizzando i grafici.
Quando si conosce il grado di latitudine, ed è stato misurato l'angolo della luce solare, si può determinare la data corrispondente
semplicemente usando il grafico.
Questi calcoli sono stati fatti con 29 dodecaedri, con i quali per ogni dodecaedro è stata determinata la prima e l'ultima data.
I dati necessari, come diametro, misure, fori e il luogo in cui è stato ritrovato, provengono tutti dalla pubblicazione di Nouwen.
Il numero di 29
non è stato stabilito a caso. Su questo hanno influito le seguenti considerazioni:
I risultati di questi calcoli sono riassunti nel grafico 1. I numeri del grafico corrispondono alla numerazione della pubblicazione di
Nouwen.
Grafico 1. Periodo di misurazione autunno
Nr. 1 3 |
Vindplaats Bassenge Tongeren |
Meetperiode 31 agosto - 23 sett. 30 ago.- 29 sett.
|
|
||
4 34 36 39 43 45 51 |
Bad Cannstatt Besançon Clèmont La Pèrouse-Mornay Potiers Reims Vienne |
27 ago. – 30
set 4 sett.- 30 set. 8 sett. - 26 sett. 14 set. - 5 ott. 12 sett. - 6 ott. 4 set. - 16 set. 9 settembre - 24 settembre |
55 66 67 |
Camarthen Elst Hartwerd |
14 agosto – 21
settembre 13 settembre - 22 settembre 12 agosto - 9 settembre |
69 73 75 76 77 |
Carnuntum Conches-dessous Radelfinger Windisch Zùig |
2 settembre – 9 ott. 15 sett. - 26 sett. 6 set. - 7 ott. 15 set. - 9 ott. 2 sett. - 26 sett. |
nr. 1 t/m
3 |
= Belgio |
Studiando i calcoli, [...].L'ultima data varia tra il 9 settembre e il 9 ottobre. Supponendo che i dodecaedri siano stati utilizzati per individuare con precisione una certa data, probabilmente sarà l'ultima data che può essere misurata con precisione semplicemente perché una data misurata dopo la data desiderata non avrebbe alcuna funzione. Ad esempio: la data che deve essere registrata è il 25 settembre. Misurare l'angolo della luce solare che è più piccolo dell'angolo che fa la luce del sole il 25 settembre, significherebbe che la data desiderata è passata. Per evitare il rischio che alla data desiderata il cielo sia nuvoloso, sono necessari più punti di misurazione nel periodo antecedente il raggiungimento della data. [....]
Misurazione del campione originale
Innanzitutto vorrei ringraziare il dott. M. Brouwer (nel 1997 conservatore dell'archeologia romana RMO Leiden) per mettere a disposizione i dodecaedri. I dodecaedri trovati nei Paesi Bassi sono stati tolti dall'esposizione appositamente per le mie ricerche. Sono stato in grado di fare ricerche per un totale di tre giorni.
Come accennato in precedenza, possiamo presumere che i dodecaedri non siano stati gettati in modo completamente accurato e sarà quindi possibile che
i dati calcolati nella tabella possano differire dai dati dell'esemplare originale.
Per indagare su quanto grandi potessero essere le differenze, ho condotto misurazioni angolari nel Rijksmuseum of Archaeology di Leida con i
dodecaedri di Elst e Hartwerd (vedi figure 7 e 8).
Prima di discutere i risultati delle misurazioni, è utile chiarire le variazioni che potrebbero verificarsi con la misurazione.
Con un dispositivo geometricamente perfetto, saranno possibili solo sei misurazioni. Il dodecaedro deve soddisfare i seguenti requisiti:
Questa determinazione verrà eseguita con l'ausilio di un punto luce (vedi figura 9)
Figura 9
Questo metodo è stato da me utilizzato per la calibrazione delle repliche che ho realizzato per fondare la mia tesi. Per questo motivo, la figura 9 è un esempio della misura angolare del grado di latitudine della città di Heythuysen. Per ogni punto di misura, il dodecaedro verrà spostato avanti o indietro fino al punto in cui sarà appena visibile un piccolo punto luminoso. Successivamente, verrà misurata la distanza tra il punto e la linea perpendicolare al di sotto del punto luminoso.
Quando si numera il punto di misurazione, si rifletterà la posizione del dodecaedro in corrispondenza della quale verrà eseguita la misurazione. Il numero sarà sopra l'apertura dell'area che è puntata verso il sole durante la misurazione.[...]
Grafico 3:
Elst: campo di misura totale: 35°.57' [...]
Se convertiamo in dati il campo di misura di questo grado di latitudine, si dimostrerà che ogni dodecaedro ha un campo di misura di circa 25
giorni
Se fossimo partiti da punti di misura teorici con una forma perfetta, il campo di misura del dodecaedro di Elst sarebbe stato notevolmente più
piccolo (vedi grafico 4)
Grafico 4:
Un calcolo basato su una simmetria completa del dodecaedro dove sarebbero possibili solo 6 date (le aree opposte danno la stessa data quando puntate
al sole).
n. |
Elst |
|
4 5 6 |
21 sett. 22 sett. 22.sett. |
|
|
Usando il dodecaedro
Poiché i calcoli mostrano che il periodo di misurazione non supera nella maggior parte dei casi i 30 giorni (vedi grafico 1) e sono assenti segni di
marcatura sulle aree, ho ipotizzato che si dovesse utilizzare un metodo con il quale selezionare i punti di misurazione con un metodo abbastanza semplice metodo.[...]
Tanto Nouwen quanto Greiner hanno notato che quasi ogni dodecaedro ha i due fori più grandi esattamente uno di fronte
all'altro. Greiner afferma anche che questi fori sono probabilmente fissati nella forma di cera e che il
nucleo attorno al quale sarebbe stato posto il centro commerciale di cera, sarebbe stato scavato in una fase successiva. Questi fori di solito mostrano danni o irregolarità secondo Greiner.
Se assumiamo che sia per questo motivo che i due fori non sono stati utilizzati come punti di misurazione, rimangono 10 aree per determinare una
data, il che significa che ci sono un totale di 50 angoli misurabili.
Con questi 50 punti di misurazione rimanenti, ho trovato il seguente sistema che è stato utilizzato con i
dodecaedri. Dei restanti 50 punti di misurazione, solo 20 sono stati utilizzati per determinare una
data.
Funziona come segue:
La misurazione sembra piuttosto difficile all'inizio, ma dopo un po' di pratica, la misurazione completa può essere eseguita facilmente in 2
minuti.
Ho notato che le palline sulle due superfici della più grande apertura del dodecaedro di Elst avevano la maggior
usura. Ciò corrisponde alla modalità di utilizzo in cui queste sfere del dodecaedro venivano girate senza
sollevarle.[...]
Calibrazione delle repliche
Ho utilizzato questo metodo per la calibrazione della mia replica perché lo stesso metodo viene utilizzato con entrambi i
dodecaedri. La calibrazione (correzione dell'angolo) è stata eseguita raschiando le palline e/o allargando
l'apertura. È possibile che con il campione originale, le palline siano state posizionate durante il processo
di calibrazione e ciò potrebbe essere dovuto alla necessità di apportare piccole correzioni ai fori.
In questo modo ho calibrato il dodecaedro per il periodo dal 6 al 25 settembre compreso.
Con questa replica ho mostrato che con un dodecaedro si possono misurare venti giorni interi.
[..]
Riepilogo
Nel corso degli anni sono state avanzate diverse teorie che tentano di chiarire quale funzione avesse il dodecaedro o quale scopo servisse alla comunità dell'epoca. Queste teorie sono spesso a miglia di distanza e ipotizzano cose come un portacandele, dadi, una testa di scettro, un dispositivo di misurazione geometrica ecc. Una spiegazione soddisfacente deve ancora essere data. Secondo la mia nuova teoria il dodecaedro era uno strumento di misura astronomico con il quale, in base alla posizione del Sole allo zenit (massima elevazione), in primavera e in autunno si poteva determinare un dato specifico. [....]
Al fine di poter verificare di persona l'attendibilità dello studio effettuato dal ricercatore olandese dr. G.M.C. Waemans, ho acquistato da un costruttore spagnolo, la riproduzione esatta del dodecaedro romano.
Tale riproduzione è stata costruita usando una sofisticata stampante 3D tanto da darne all'oggetto una precisione micrometrica. A confermare tale precisione sta' il fatto che l'esemplare è dotato di tutte le piccole imperfezione dovute al tempo, le scalfitture in uno dei due fori contrapposti di ugual diametro, dovute all'usura nell'inserire ripetutamente il dodecaedro nell'asta gnomonica per il suo sostegno, nonché l'usura delle palline provocata dalle mani in coincidenza con l'asse di rotazione sull'asta gnomonica. (Fig. 4)
Per completare i miei studi e prove sperimentali, non rimaneva che attendere il recente equinozio d'autunno verificatosi il 22.09.2021.
Aiutato anche dal filmato prodotto sempre dal ricercatore olandese dr. G.M.C. Waemans, https://youtu.be/Hy8gVmL3xaA, e dopo essermi fatto fare un prototipo in scala 1/1 della meridiana di Euporus ho installato su una asta gnomonica dell'altezza di cm. 35,5 fissata nel punto in cui nell'originale ci sono ancora le tracce del foro, tramite un particolare dispositivo che mi garantiva la perfetta verticalità e complanarità, il dodecaedro romano.
Tutte le prove hanno dato un risultato sorprendentemente esatto a far risalire il giorno coincidente con l'equinozio autunnale. (Fig. 5)
CONCLUSIONI
Dopo le approfondite ricerche e le prove sperimentali documentate con il presente articolo, posso ritenere con certezza che il dodecaedro romano venne impiegato dagli agrimensori nel periodo che va dal 230 a.C. fino al I secolo d.C., per individuare esattamente alle varie latitudini e prima dell'entrata in vigore del calendario Giuliano, il giorno esatto dell'equinozio primaverile ed autunnale e quindi tracciarne perfettamente la sua retta equinoziale, punto di partenza per impostare con l'uso delle meridiane orizzontali, l'orientamento e la divisione delle terre conquistate dai romani poi divenute colonie del loro Impero.
BIBLIOGRAFIA
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P. ALBÈRI AUBER, "Antistius Euporus – nuovi aggiornamenti e ricerche su “Orologi Solari”, n. 11, Trieste 2016.
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Libri
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